Il caso di belgiojoso e di ἘΦΗΜΕΡΙΣ ΤΩΝ ΚΥΡΙΩΝ (Giornale delle Signore) di parren. Percorsi intertestuali1
Ada Boubara
Università “Aristotele” di Salonicco, Grecia
Riassunto: Si esaminano gli albori dell’emancipazione femminile in Grecia in una società ancora fortemente influenzata dal dominio ottomano dove la figura femminile occupava una posizione del tutto sottoposta all’uomo. Successivamente, si opera un parallelismo fra lo spirito pioniere della Parren e delle sue collaboratrici così come si esprime tramite vari articoli di Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν (Giornale delle Signore), il primo giornale in Grecia esclusivamente femminile, che aveva lo scopo di lottare per i diritti delle donne e delle posizioni in questione di Cristina Trivulzio di Belgiojoso dimostrando in tal modo come queste due eminenti intellettuali, condividevano quasi per tutti gli argomenti il medesimo punto di vista in relazione ai diritti della donna e alle modalità in cui doveva avvenirne l’emancipazione.
Parole chiave: Parren; Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν; (Giornale delle Signore); Emancipazione; Grecia; Belgiojoso; Condizione; Donne; Avvenire.
Con la presente disamina si pone l’obiettivo di evidenziare lo spirito pioniere di Καλλιρρόη Σιγανού Παρρέν, [Kalliroi Siganou-Parren] la figura più emblematica fra le donne erudite dell’Ottocento in Grecia. Lei per prima mise in discussione la questione femminile, possedeva una personalità versatile e un talento multiforme: giornalista, traduttrice, scrittrice di romanzi, di opere teatrali, di volumi di viaggio, di diari, di romanzi a puntate e persino di testi di storiografia. Nel 1887 fondò il Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν (Giornale delle Signore), un giornale scritto esclusivamente dalle donne e rivolto alle donne e attraverso questo “strumento” di emancipazione la Parren e le sue collaboratrici, tenendo in considerazione le peculiarità della natura femminile, in realtà evidenziano le rinnovate esigenze della società dell’epoca nei confronti della donna per i suoi diritti e la sua posizione in una società che si trova a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento (Boubara 2014: 190-202).
Come detto al titolo proposto lo scopo di questo articolo è di presentare i rapporti intertestuali tra il pensiero di Belgiojoso (Boubara 2011: 89-100) così come viene evidenziato dal suo atricolo Della presente condizione delle donne e del loro avvenire pubblicato nel 1866 sulla rivista Nuova Antologia – Scienze lettere ed arti e dall’altra parte tra vari fascicoli del primo anno di pubblicazione di Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν2di Parren, cioè del 1887, in cui gli articoli apparsi diventano voce di lotta per i diritti delle donne nel campo sociale, culturale e familiare e apre la strada per l’emancipazione femminile.
La principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso nel 1849 arriva in Grecia, prima a Egina, isola del golfo di Saronico che bagna l’Attica e dopo raggiunge la città di Atene dove rimane per alcuni mesi, fino alla primavera del 1850 per proseguire il suo viaggio a Constantinopoli (Belgiojoso 1978: 11). Ebbe allora la possibilità di vedere molti aspetti della vita, della quotidianità, della società di un paese che da poco dopo secoli di dominazione ottomana, nel 1832 definitivamente, aveva ottenuto la sua libertà e unità nazionale. Tra i vari ricordi presentati da Belgioioso particolarmente interessanti sono le descrizioni riguardanti la posizione della donna in Grecia e come veniva affrontata dalla società maschile del tempo. Molto caratteristica della situazione che incotra è la sua dichiarazione quando scrive: «La galanteria, la cortesia, i riguardi dovuti dal sesso forte al sesso debole sono cose ignorate in Grecia. Traversate da un capo all’altro la dotta città di Atene e non troverete una donna sia per strada sia alla finestra. Qui si suppone che una donna si affacci alla finestra solo per invitare i passanti. Soltanto la domenica, due o tre ore prima della notte, le ateniesi indossano i loro più ricchi abbigliamenti e seguono i mariti al passeggio. Mi valgo della parola seguire perchè è il termine più esatto» (Belgiojoso 1978: 93).
In un tale contesto sociale e culturale il ruolo di Parren fu fondamentale; con gli articoli del Giornale delle Signore, altri scritti da lei stessa e altri dalle collaboratrici del giornale, contribuì al cambiamento della mentalità della società greca che cercava di trovare il suo orientamento. Così attraverso i testi del giornale lotta per i diritti femminili, per l’emancipazione della donna allo scopo di ottenere il ruolo che meritava nella società che si stava formando; una societa che contava quasi quaratt’anni di vita da quando la Grecia conquistò la sua indipendenza.
Il giornale esce per prima volta l’8 marzo del 1887 ad Atene e viene pubblicato fino al 1917 passando però attraverso due fasi, la prima dal 1887 fino al 1907 con circolazione settimanale e la seconda dal 1908 fino al 1917 con circolazione bimensile. Le tematiche dei fascicoli del giornale riguardavano articoli di interesse femminile, informazioni relative alla situazione politica, corispondenza con le lettrici, ricette, articoli sulla moda, ma venivano pubblicati anche impressioni di viaggi, poesie, letteratura, ricensioni di libri e critiche di spettacoli teatrali. Molte erano le intellettuali, letterate, insegnanti e pensatrici greche dell’epoca che hanno collaborato come Σαπφώ Λεοντιάς [Saffo Leontias], Μαριέττα Μπέτσου [Marietta Betsou], Μαρίκα Πίπιζα [Marika Pipisa], Βιργινία Ευαγγελίδου [Birginia Evanghelidou], Μαρίκα Φιλιππίδου [Marika Filipidou] e tante altre oltre alla Parren che ovviamente aveva la responsabilità totale dei testi pubblicati e degli argomenti trattati. Per il nostro intervento ci limiteremo all’anno della nascita di questo primo giornale femminile e cercheremo di evidenziare le opinioni espresse allo scopo di contribuire alla formazione di una coscienza femminile ma anche maschile che andasse d’accordo con i cambiamenti svolti a livello europeo per quanto riguarda la donna. Già dal momento che è uscito alla stampa il primo fascicolo del giornale si mette in un quadro ben definito l’obbiettivo del giornale e le esigenze che hanno portato alla sua nascita (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος [fascicolo] 1, 1-2.
Così l’articolo dell’ottavo fascicolo del giornale dal titolo Le opere del nostro secolo (Τα δημιουργήματα τοῦ αιῶνος μας) (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος [fascicolo] 8, 2-3) presenta la posizione della donna nell’ambito sociale che stava cambiando a causa della prevalenza delle scoperte scientifiche, del progresso tecnologico e del cambiamento del modo di vita. Questi eventi hanno contribuito al cambiamento totale del comportamento femminile e la donna abbandona il suo ruolo «formale e rigido». Una tale descrizione fa anche la Belgiojoso, parlando dello stesso stato d’animo della donna come una peculiarità alta della creatura umana (Belgiojoso 1866:100-101). Anche nell’articolo firmato da Μαρία δε Γαρδέλη [Maria de Gardeli] dal titolo Le donne cavalieri (Αἱ ἱππότιδες γυναῖκες) tratto dallo stesso fascicolo (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 8, 4-5) vediamo l’immagine di una donna-eroina che è molto forte ed è simile a quella che presenta anche Belgiojoso nel suo articolo prenominato (Belgiojoso 1866: 98-99, 110-111).
Nel fascicolo seguente e in particolare nell’articolo dal titolo La regina in viaggio (Ἡ βασίλισσα περιοδεύει), si nota la debolezza fisica della donna e che la società in cui domina la forza maschile se ne approfitta quella fragilità nella vita quotidiana (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 9, 3-4). La Belgiojoso, invece, tramite un’ottica più ampia, commenta dal punto di vista storico e biologico questa ingiustizia da parte della società (Belgiojoso 1866: 96-97).
Anche il settote professionale è stato affrontato da tutte e due le intellettuali e ne hanno parlato. Nel trentesimo fascicolo del giornale la Parren con l’articolo dal titolo Non solo scienze ma anche arti e professioni per le donne (Οὐ μόνον ἐπιστήμας ἀλλά καί τέχνας καί ἐπαγγέλματα διά τάς γυναῖκας) dimostra il bisogno che la donna entri a lavorare in tutti i campi che potrebbero offrirle una carriera professionale relativa sia alle arti che alle scienze; per dimostrare che questo è già un fatto, pubblica dati ed esempi dall’estero. Così, anima le donne greche a seguire l’esempio di donne che già hanno avuto una strada professionale (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 30, 1-2). La stessa necessità dell’educazione delle donne e la loro preparazione adatta per poter entrare nel mondo del lavoro vediamo anche nell’articolo di Belgiojoso (Belgiojoso 1866: 106-107). La tematica dell’educazione e soprattutto il bisogno di saper far uso della tecnologia dell’epoca per facilitare la quotidianità domestica ma anche per trovare un lavoro con certi requisiti ritorna nell’articolo del trentunesimo fascicolo dal titolo La donna padrona di casa, artigiana e scienziata (Ἡ γυνή οἰκοδέσποινα, τεχνῖτις καί ἐπιστήμων). È da sottolineare che secondo la Parren una tale conoscenza della tecnologia sarebbe uno strumento utile per l’approvazione delle donne da parte degli uomini che considerano questo settore un campo maschile (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 31, 1-2).
Un’altra tematica di grande importanza è quella del matrimonio e ovviamente la Parren esprime la sua posizione in questione in un articolo del trentaduesimo fascicolo dal titolo Assicura il matrimonio il futuro della donna? (Ἐξασφαλίζει ὁ γάμος τό μέλλον τῆς γυναικός;) La scrittrice parla delle disgrazie e delle sventure dopo il matrimonio a causa del comportamento ed il carattere del marito maschile (Ἐφημερίς των Κυριῶν 1887: τεύχος 32, 1-2).
Attraverso l’οcchiata di Belgiojoso, lo stato coniugale è infatti il dovere più grave soprattutto per la donna, ed evidenzia le difficoltà di una donna sposata a dedicarsi alla cultura ed alla sua educazione (Belgiojoso 1866: 100-101). La via d’uscita da tale situazione la incontriamo nel trentatresimo fascicolo nell’articolo La greca emancipata tramite il lavoro (Ἡ Ἐλληνίς χειραφετούμενη διά τῆς ἐργασίας), in cui si parla della soluzione proposta per poter migliorare la condizione di vita e indica il lavoro fuori dell’ambiente domestico come unico modo per liberarsi (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 33, 1-2). Per la Parren e lo stesso anche per la Belgiojoso, il primo passo per l’emancipazione era sempre l’educazione; il secondo era il lavoro, usando il sapere di qualsiasi tipo, frutto dell’educazione (Belgiojoso 1866: 106-107, 110-111). Così non solo parlando del campo sociale, ma specialmente in quello, si può osservare una concordanza fra le due scrittrici. Mentre la Parren mette in evidenza vari esempi dalla realtà greca e fuori dei suoi confini, commentando l’emergenza della pubblica istruzione e l’uscita della donna fuori di casa in caccia di un lavoro, ma rispettando sempre il suo valore e il suo ruolo nella famiglia come madre e moglie, la Belgiojoso mostra la condizione della donna universale, anche il suo dovere universale e diacronico; cioè di rompere le catene imposte dalla società e dalla storia che la voleva sempre nella schiavitù, ossia nella casa e nella famiglia, per diventare libera, consapevole e attiva.
La Parren, in un vasto numero di articoli pubblicati, mette in discussione non solo il rapporto fra donna e società, ossia un rapporto esterno, ma anche l’affinità fra donna e le regole morali innate a noi stessi per applicare nella società, cioè un rapporto interno. Nell’ottavo fascicolo l’articolo dal titolo La donna formale e rigida (Ἡ τυπική καί ἂκαμπτος γυνή), si riferisce a un processo penale dell’epoca e commenta il comportamento duro delle donne, ripetendo la tipica frase «la donna formale e rigida» come un attegiamento non adatto ad una donna morale e governata dal cuore ed il sentimento (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 8, 1). Qui possiamo notare un punto molto interessante, siccome viene evidenziata una contraddizione notevole; la natura delle donne fu riconosciuta da tutte e due le intellettuali ma avevano opinioni diverse per quanto riguarda l’espressione e l’esteriorizzazione della natura femminile. La Belgiojoso sostiene che la natura femminile doveva essere usata come un’arma e come un mezzo per la rivendicazione dei suoi diritti (Belgiojoso 1866: 110-111). La Parren dall’altra parte, mantiene una posizione più moderata, più discreta, proponendo un equilibriofra la natura femminile in sè e quello che la donna del suo tempo deve cambiare in sè stessa.
Seguendo tale filo del pensiero, sul Giornale delle Signore troviamo un testo scritto da un’altra greca, Αθηνά Κυπριάδου [Athina Kipriadou] con il quale consiglia le donne sui rapporti familiari; nel suo articolo del trentunesimo fascicolo dal titolo Amicizia tra madre e figlia (Φιλία μεταξύ μητρός καί θυγατρός) si nota un’altra dimensione del ruolo della donna. Con il passar del tempo cresce e la ragazza adolescente diventa donna, una donna che nutrisce un’altra giovanetta, e così via. La moralità e le buone relazioni tra le due, madre e figlia, sono presuposti e le basi solide per una famiglia che funziona bene ma anche per le famiglie del futuro che coesistono in una società ideal (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 31, 6).
Continuando la ricerca per quanto riguarda la posizione della donna nel mondo della moralità, nel fascicolo seguente troviamo un articolo, firmato da una scrittrice di cui sappiamo solo le lettere iniziali del suo nome e cognome, A. Σ [A. S.], dal titolo Come incanta la donna? (Πῶς ἡ γυνή γοητεύει;)in cui viene evidenziato l’adescamento profondo della femminilità. Quello non è altro che l’educazione e la formazione del carattere; si tratta della base della forza femminile e l’alimento dell’influenza al sesso maschile (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 32, 3-4). Comparando però la posizione della scrittrice a quella della Belgiojoso, troviamo un’opinione diversa. Per l’intellettuale italiana, la donna cerca di essere attraente e ha imparato a influezare l’uomo solo con l’aspetto esteriore, uno strumento indubbiamente considerato l’arma più forte della donna, che purtroppo svanisce con il passare del tempo (Belgiojoso 1866: 100-105); ma siccome l’educazione morale non è una cosa priva di valore, anzi preesistente, è già un fatto innato dalla società, attraverso la procedura dell’allattamento della giovanetta, una realtà che non è sempre esistente nella società ellenica.
Gli elementi più concreti delle opinioni soprammenzionate, sono presentate attraverso vari articoli del ventiquattresimo e trentesimo fascicolo del giornale; in questi testi si consiglianodelle precise virtù come l’ordine, l’operosità, la semplicità. Sono alcuni dei requisiti che fanno la differenza fra le donne ben educate, però a volte presentate come difetti sfruttati dagli uomini, mentre la Belgiojoso affronta l’argomento in modo più generico (Belgiojoso 1866: 98-99).
L’aspetto psicologico, è senza dubbio un campo d’interesse comune, la posizione della donna nella società, i suoi impegni nella propria famiglia prima e dopo il matrimonio e i passaggi diversi fra le fasi della sua vita fino alla vecchiaia, sono le varie tematiche. La donna, prima di tutto, deve prepararsi per diventare una buona ausiliatrice sua madre, imparando tutto quello che riguarda gli affari domestici. Dopo alcuni anni, deve avere un comportamento socialmente giusto, cominciando ad avere relazioni formali o no, con persone fuori casa. Ma la grande sfida è soprattutto il matrimonio come se tutta la sua vita fino a quell’ora, fosse una lungapreparazione per la vita matrimoniale. E dopo, i ruoli diversi ma sempre paralleli; moglie, madre, nuora, donna sposata per quelli fuori casa, suocera, cognata, ruoli che l’accompagnano magari fino alla morte. E forse lei non è schiava dell’uomo come descrive la Belgiojoso ma schiava della stessa umanità (Belgiojoso 1866: 96-97, 100-101, 102-103, 104-105).
Nel giornale vediamo che gli impegni e i carichi sono dei doveri indispensabili in tutta la vita di una donna; in particolare nell’articolo dal titolo Il marito, I figli (Ὁ σύζυγος –Τά τέκνα) del quatordicesimo fascicolo firmato da Ζαχαρούλα Μ. Λαμνή [Zacharoula M. Lamni] leggiamo che una donna si trova impreparata per la sua nuova vita da sposa e nello stesso fascicolo l’articolo intitolato È invidiosa la donna? (Εἶναι φθονερά ἡ γυνή;)vediamo che la vita di una madre-moglie diventa dopo un certo periodo noiosa, di conseguenza un vero motivo per non cadere a questa condizione è attivarsi in altri settori, come l’educazione, l’arte e la scienza (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 14, 3-4).
La tematica dell’educazione delle giovinette e delle donne, è il settore del maggior interesse sia per la Parren e le sue collaboratrici che per la Belgiojoso e questo è evidente tramite la loro scrittura. Per l’intellettuale greca, l’educazione non è solo l’istruzione pubblica, è anche l’educazione avviata soprattutto dalla famiglia, le cure domestiche e i ricami ben fatti dalle figlie e dalle madri, lo studio delle belle arti, la musica, la scrittura. E dopo, fuori dall’ambiente familiare, la donna, qualsiasi sia il suo ruolo nella società, deve partecipare all’educazione pubblica, partecipare agli studi scientifici o artistici.
L’articolo relativo di Parren dal titolo Suonatrici di pianoforte o padrone di casa (Κλειδοκυμβαλίστριαι ἢ οἰκοδέσποιναι) evidenzia la sua opinione sostenendo che la donna dell’epoca dovesse dedicarsi anche all’arte più delicata, quella dell’arte musicale (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 20, 1-2) e con l’articolo del trentesimo fascicolo intitolato Apprendiamo economia domestica (Διδασκόμεθα οἰκιακήν οἰκονομίαν), esalta l’importanza dell’apprendimento dell’economia domestica, si tratta di un elemento considerevole, siccome maneggiando la condizione finanziaria nella propria casa, si guida alla felicità famigliare. (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 30, 3-4). L’ottica della Belgiojoso si muove sulla stessa direzione dando maggiore importanza all’educazione moderna più che a quella tradizionale. Secondo il suo parere, le scienze, le belle arti e le scienze sociali moderne, la scienza della medicina, gli studi di legge sono il trampolino per la vera emancipazione della donna la sua libertà dalle convinzioni del passato e ovviamente edidenzia la parità dei sessi (Belgiojoso 1866: 100-101, 106-107, 108-109, 112-113).
Sempre per quanto riguarda l’educazione femminile e l’accesso delle donne agli studi universitari è particolarmente interessante l’articolo di Parren Perchè non la accettano all’Università (Διατί δέν τήν δέχονται εἰς τό Πανεπιστήμιον) in cui prendendo come stimolo il fatto che una donna non è stata accettata alla Facoltà di Medicina tramite la sua posizione espressa nel testo dell’articolo lotta per il diritto delle pari opportunità all’istruzione e agli studi superiori (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 29, 1-2).
Tale argomento, cioè dell’educazione femminile, viene affrontato in molti fascicoli come nel quatordicesimo in cui troviamo l’articolo Fondate scuola pratica per le signorine (Ἱδρύσατε σχολήν πρακτικήν διά τάς νέας) e la Parren espone il bisogno non solo dell’apprendimento di vari lavori allo scopodi un’uscita professionale a livello pratico (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 14, 1-2) È da sottolineare che queste tematiche predescritte non vengono presentate come se fossero solo un dovere esclusivo del governo e della società ma come anche un dovere di ogni donna nei confronti di sè stessa. Simile concetto viene descritto in maniera evidente nell’articolo del settimo e dell’ottavo fascicolo dal titolo La donna di oggi e il proprio dovere (Ἡ σημερινή γυνή και το ἑαυτῆς καθῆκον) firmato da Πιπίνα Βαλλώση [Pipina Vallossi] avvocata e collaboratrice di Parren e in questi testi si fa una distinzione tra l’allevamento dentro la famiglia e l’educazione fuori casa;l’educazione deve essere integrale sia per il corpo tramite la ginnastica e l’allenamento fisico che per l’anima e lo spirito (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 7, 5, τεύχος 8, 5-6).
Le parenesi e gli avvertimenti di Parren allo Stato greco appena nato, tramite i suoi articoli intitolati Istituti femminili in ruderi (Ἐρείπια παρθεναγωγεῖα) nel settimo, nell’ottavo e nel decimo fascicolo hanno lo scopo di presentare le condizioni degli Istituti femminili ad Atene e di evidenziare l’importanza della cultura e dell’educazione delle donne in modo che diventino cittadini ben formati (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 7, 8,10). In più la Parren per motivi nazionali sottolinea l’importanza che le giovanni donne diventino madri come possiamo notare dall’articolo Non dobbiare rinunciare ai figli (Μή ὦμεν μισότεκνοι) del ventiquatresimo fascicolo (Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν 1887: τεύχος 24, 1-2).
Si potrebbe andare avanti con tanti altri articoli ma quello che vogliamo sottolineare e che questa disamina ha come scopo di portare alla luce lo spirito pioniere del Giornale delle Signore di Parren che con la sua scrittura, i suoi articoli si trova al primo sul campo di battaglia per l’emancipazione femminile e ha cercato di cambiare la mentalità, i pregiudizi e l’opinione pubblica per quanto riguarda il ruolo della donna e la sua posizione nella società. In altri termini ha cercato di cambiare il contesto sociale esistente fino a quel momento, un contesto in cui la donna viveva sempre all’ombra dell’uomo, lo seguiva (Belgiojoso 1978: 93). Allora la Parren voleva appunto cambiare tale situazione, voleva che la donna avesse una strada sua da seguire e ciò cerca di realizzarlo anche tramite il suo giornale. La Parren e la Belgioioso furono due grandi personaggi della Grecia e dell’Italia, tutte e due hanno lasciato le loro traccie al movimento femminile non solo nell’ambito del loro paese ma anche all’estero. La loro personalità poliedrica, la formazione, la cultura, la loro scittura e il loro impegno civile e sociale le mettono nei primi posti tra quelle donne che hanno lasciato il loro timbro non solo nella società del loro tempo ma anche alle generazioni seguenti. Indubbiamente dobbiamo notare che tutte le opinioni riportate negli articoli presentati entrano in un contesto storico che rispecchia la realtà sociale di ogni paese, le due figure intellettuali cercano di contribuire alla formazione di nuove tendenze dentro una società che ha da affrontare anche problematiche politiche e nazionali dal momento che si trovano nella loro prima fase di esistenza. Nonostante tutte le difficoltà e gli ostacoli la Parren giornalista e il suo giornale rappresentarono un vero punto di svolta per la nascita e la diffusione di una rinnovata coscienza femminile nel nuovo Stato greco.
Bibliografia
BELGIOJOSO TRIVULZIO, Cristina (1866): “Della presente condizione delle donne e del loro avvenire”. Nuova Antologia-Scienze lettere ed arti - Vol. I. / 31 Gennaio.96-113.
— (1978): Ricordi dell’esilio. Cinisello Balsamo: Edizioni Paoline.
BOUBARA, Konstantina (2011): “Pensare, esprimersi come donna: il caso di Cristina Trivulzio di Belgioioso e di Angelica Palli Bartolomei”, La Querella de las mujeres en Europa e Hispanoamerica, Dolores Ramírez Almazán, Milagro Martín Clavijo, Juan Aguilar González, Daniele Cerrato (a cura di). Sevilla: ArCiBel Editores, Vol. I, 89-100.
BOUBARA, Ada (2014): “Emancipazione femminile in Grecia e infliuenze straniere. Il caso di Kallirroi Parren”, in Raudem- Revista de Estudios de las Mujeres - Vol. 2:190-202 [http://www2.ual.es/raudem/index.php/Audem/issue/current/showToc].
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Πρόγραμμα”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 1: 1-2.
ΒΑΛΛΩΣΗ Πιπίνα (1887): “Ἡ σημερινή γυνή και το ἑαυτῆς καθῆκον”(Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν .Τεύχος 7: 5.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Ἐρείπια παρθεναγωγεῖα”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχοι 7, 8, 10: 5-7, 5, 4.
ΒΑΛΛΩΣΗ Πιπίνα (1887): “Ἡ σημερινή γυνή και το ἑαυτῆςκαθῆκον”(Παρρέν Καλλιρρόη), ἘφημερίςτῶνΚυριῶν .Τεύχος 8: 5-6.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Τα δημιουργήματα τοῦ αιῶνος μας”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 8: 2-3.
ΔΕ ΓΑΡΔΕΛΗ Μαρία (1887): “Αἱ ἱππότιδες γυναῖκες”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 8: 4-5.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Ἡ τυπική και ἂκαμπτος γυνή”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 8: 1.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Ἡ βασίλισσα περιοδεύει”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 9: 3-4.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Ἱδρύσατε σχολήν πρακτικήν διά τάς νέας”,(Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν .Τεύχος 14: 1-2.
ΛΑΜΝΗ Μ. Ζαχαρούλα (1887): “Ὁ σύζυγος –Τά τέκνα”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 14: 3-4.
ΛΑΜΝΗ Μ. Ζαχαρούλα (1887): “Εἶναι φθονερά ἡ γυνή;”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 14: 3-4.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Κλειδοκυμβαλίστριαι ἢ οἰκοδέσποιναι”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 20: 1-2.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Μή ὦμεν μισότεκνοι”,(Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν .Τεύχος 24: 1-2.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Διατί δέν τήν δέχονται εἰς τό Πανεπιστήμιον”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 29: 1-2.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Οὐ μόνον ἐπιστήμας ἀλλά καί τέχνας καί ἐπαγγέλματα διά τάς γυναῖκας”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 30: 1-2.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Διδασκόμεθα οἰκιακήν οἰκονομίαν”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 30: 3-4.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Ἡ γυνή οἰκοδέσποινα, τεχνῖτις καί ἐπιστήμων”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 31: 1-2.
ΚΥΠΡΙΑΔΟΥ Αθηνά (1887): “Φιλία μεταξύ μητρός καί θυγατρός”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 31: 6.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Ἐξασφαλίζει ὁ γάμος τό μέλλον τῆς γυναικός;”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 32: 1-2.
ΠΑΡΡΕΝ Καλλιρρόη (1887): “Ἡ Ἐλληνίς χειραφετούμενη διά τῆς ἐργασίας”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 33: 1-2.
A. Σ, (1887): “Πῶς ἡ γυνή γοητεύει;”, (Παρρέν Καλλιρρόη), Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν. Τεύχος 32: 3-4.
1 Ringrazio lo studente Alexandos Aivaliotis per la sua fruttuosa collaborazione sull’argomento in questione, oggetto di studio nell’ambito del corso di Master.
2 Il titolo in greco del giornale di Parren Ἐφημερίς τῶν Κυριῶν per facilitare la lettura nel testo sarà dato con la traduzione in italiano Giornale delle Signore, per le citazioni bibliografiche si mantiene il titolo originale. In più anche i titoli in greco degli articoli che saranno presentati si scrivono nel testo anche con la traduzione in italiano.